Preghiera a San Gennaro


San Gennaro, mostra l'ampolla con il tuo sangue a Cristo e difendici con il tuo patrocinio.
Prega per noi che a te ricorriamo, sicuri di essere esauditi e liberaci da tanti mali che da ogni parte ci opprimono.

Salva la città di Napoli dall'invadente incredulità, rendi salde nell’amore le nostre famiglie, difendi la tua gioventù dalle innumerevoli insidie del secolo presente e fa che quella fede, per cui generosamente sacrificasti la tua vita, renda sempre in mezzo a noi frutti abbondanti di sante opere.


 

Pater Ave Gloria

 

San Gennaro

 

San Gennaro è il patrono di Napoli ed è famoso per il miracolo dello scioglimento del sangue, fenomeno questo, che nel corso di ogni anno avviene in tre date commemorative: il sabato che precede la prima domenica del mese di maggio, il 19 settembre, il 16 dicembre.

San Gennaro, nato a Napoli per alcuni o a Benevento per altri, fu certamente vescovo della città di Benevento. Anche la data della sua nascita non è del tutto certa: la tradizione lo colloca dal 272 al 305 anno del suo martirio, divorato dai leoni oppure decapitato.

 

Il miracolo dello scioglimento del sangue, oggetto di culto ma anche folklore, è legato al martirio cruento del Santo al tempo delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano.

Per innumerevoli volte la città di Napoli e non solo, ha invocato San Gennaro in situazioni drammatiche dovute a eruzioni del Vesuvio, guerre, pestilenze, carestie. 
Lo scioglimento o meno del sangue prezioso all’interno della teca era ed è tutt’ora segno di accondiscendenza o meno al superamento dell’emergenza e motivo di supplica al Santo, al quale la gente di tutti gli stati sociali ricorre per chiedere grazie per ogni necessità, dai bisogni familiari, di lavoro, malattia e pace sociale.
 

Le varie reliquie di San Gennaro attraversarono diverse vicissitudini. Agli inizi del V secolo i resti mortali di San Gennaro furono ospitati nelle catacombe di Capodimonte nell’Agro Marciano, ora catacombe di San Gennaro.
Nell’831 Sicone I, longobardo, principe di Benevento, assediò Napoli e trasportò le reliquie del Santo a Benevento e qui rimasero fino al1.154, anno in cui il normanno Guglielmo le traslò all’Abbazia di Montevergine, ove però era diffuso il culto di San Guglielmo e dell’icona bizantina della Madonna detta Mamma Schiavona, per cui il culto andò lentamente a spegnersi.

A Napoli invece il culto verso San Gennaro fu mantenuto e accresciuto nei secoli, insieme alle reliquie del capo e del suo sangue prezioso. Carlo II d’Angio e il figlio Roberto fecero costruire la statua eppoi la teca d’argento che fu esposta ai fedeli nel 1305.
Anche se la tradizione fa risalire il miracolo del sangue sciolto già all’imperatore Costantino I nel IV secolo, la prima attestazione documentata della liquefazione del sangue risale al 17 agosto 1389 durante la processione e supplica per una carestia grave.
Mentre nel XVI secolo il cardinale Giovanni d’Aragona rinvenne le ossa di San Gennaro sotto l’altare maggiore nel santuario di Montevergine (fu lo stesso cardinale a identificare l’ubicazione delle spoglie di San Benedetto e della sorella santa Scolastica), la restituzione alla città di Napoli nel suo Duomo avvenne nel 1497 per l’intervento del cardinale Oliviero Carafa e dell’arcivescovo Alessandro suo fratello .

Nel Duomo di Napoli, sotto l’altare maggiore, fu costruita la Cappella del Succorpo.
La cripta rinascimentale conserva l’urna con le reliquie di San Gennaro: iil suo corpo.
Le due ampolline contenenti il sangue prezioso di San Gennaro sono conservate all’interno della teca argentea e protette nella cassaforte nella reale cappella del Tesoro di San Gennaro, nella cattedrale di Napoli, dietro all’altare. La cappella del Tesoro fu edificata per volontà del popolo di Napoli a seguito di un voto.
Una delle due ampolline, essendo semivuota, un aneddoto racconta che parte del sangue di San Gennaro fu portato a Madrid da re Carlo di Borbone: lo preferì ad ogni altro bene da esportare.