Preghiera a Santa Giovanna Francesca di Chantal

 

Santa Giovanna Francesca, hai raggiunto sulla terra un'intima unione con Dio

con la preghiera fervente, con l'attenzione alla Divina Presenza,

e con la purezza di intenzione.

 Sii tu ora la nostra guida nel cammino della virtù e della perfezione.

 

Perora la nostra causa presso Gesù, Maria e Giuseppe,

ai quali tu sei stata così teneramente devota,

e le cui sante virtù hai così da vicino imitato.

 

Pater Ave Gloria

Santa Giovanna Francesca di Chantal
Giovanna Francesca Frémiot de Chantal

 

La baronessa Jeanne-Françoise-Frémyot, nata a Digione nel 1572, sposa del barone De Chantal, madre di sei figli, rimase vedova a 29 anni e nel 1604 conobbe a Digione il Vescovo di Ginevra, il futuro San Francesco di Sales, il quale era in visita pastorale a Digione durante la quaresima.

La futura Santa Giovanna Francesca di Chantal, affascinata dalla spiritualità del santo vescovo, gli chiese di potergli affidare la cura e direzione dell’anima: gli divenne discepola al punto che nel 1610 fondarono prima la Congregazione poi l’Ordine delle suore Visitandine.

Santa Giovanna Francesca di Chantal, finito il noviziato, fece la sua professione religiosa e divenne superiora nel monastero di Parigi.

L’Ordine delle Visitandine, dedito all’assistenza ai poveri e agli ammalati, si diffuse velocemente nella Savoia e in tutta la Francia.

Morì nel 1641 a Moulins dopo aver eretto 75 monasteri.

Papa Clemente XIII la proclamò santa nel 1767.

Il corpo di Santa Giovanna Francesca di Chantal e il corpo di San Francesco di Sales sono entrambi sepolti ad Annecy nella chiesa della Visitazione.

Il santo vescovo di lei scrive: “Segue la vita ordinaria, ma in un modo così celeste e divino che nulla nella sua vita è più ammirabile di questo”.

La Santa stessa afferma: “La vetta della perfezione sta nel volerci come Dio vuole che siamo”




IL MARTIRIO DEL CUORE
Dalle «Memorie» della religiosa segretaria di santa Giovanna Francesca

L’amore è forte come la morte.
Un giorno la beata Giovanna disse queste parole di fuoco, che vennero subito fedelmente raccolte:«Figlie carissime, molti dei nostri santi padri e colonne della Chiesa, non subirono il martirio: perché – secondo voi – ciò accade?». Dopo che ognuna ebbe risposto, quella beata madre riprese: «Ed io penso che ciò sia accaduto perché vi è un altro martirio, il martirio di amore, nel quale Dio, mentre sostiene in vita i suoi servi e le sue serve perché si spendano per la sua gloria, li rende insieme martiri e confessori. Io so che a questo martirio – aggiunse – sono chiamate le Figlie della Visitazione, e per disposizione di Dio lo soffriranno le più fortunate, che l’avranno chiesto».
Una sorella le chiese come potesse avvenire questo martirio, ed ella rispose: «Dite il vostro totale sì a Dio, e ne farete la prova. Infatti l’amore divino immerge la sua spada nelle parti più intime e segrete dell’anima, e ci separa da noi stessi. Ho conosciuto un’anima, che l’amore ha separato da quanto le era più caro non meno che se i persecutori a colpi di spada le avessero separato lo spirito dal corpo».
E noi comprendemmo che parlava di sé. Un’altra sorella le chiese quanto potesse durare questo martirio. Rispose: «Dall’istante in cui ci doniamo a Dio senza alcuna riserva, fino al termine della vita. Ma questo vale per le persone magnanime, che, non tenendo nulla per sé, tengono fede all’amore, perché il nostro Dio non intende concedere questo martirio ai deboli, poveri di amore e di costanza, e lascia che conducano la loro vita a passo mediocre, purché non si allontanino da lui; infatti non forza mai la libera volontà».
Infine le si chiese se questo martirio di amore potesse uguagliare quello del corpo. «Non preccupiamoci dell’uguaglianza: tuttavia ritengo che l’uno non ceda all’altro, perché “l’amore è forte come la morte”, e i martiri d’amore sopportano dolori mille volte più gravi conservando la vita per fare la volontà di Dio, che se dovessero dare mille vite in testimonianza di fede, di carità, di fedeltà»