Preghiera a Sant’Agostino vescovo


Padre Agostino, mettici in pellegrinaggio verso le profondità interiori di noi stessi
là dove, per fortuna, non ha pace l’inquietudine del nostro cuore.
Vieni a raccoglierci dalle nostre dispersioni,
vieni a ricondurci “a casa”,
Ti chiediamo in dono il coraggio di percorrere ogni giorno
la via del ritorno in noi stessi, nel nostro uomo interiore,
lì dove ti si è rivelato un Amore al di là di ogni attesa,
che nel cuore ti aspettava e proprio nel cuore ti è venuto incontro. 

 

Pater, Ave, Gloria

 

 

 

Sant’Agostino vescovo

 

Sant’Agostino vescovo di Ippona, nato a Tagaste (attuale Algeria) nel 354, è Dottore della Chiesa e, per i suoi autorevoli scritti, il più illustre teologo e filosofo della Patristica: famosi sono le sue “Confessioni”e la “Città di Dio”.
Sant’Agostino, di famiglia mediamente benestante, di cultura ellenistica e romana, abbracciò in giovane età svariate filosofie pagane e deviazioni della fede, dal Donatismo al Manicheismo. Il padre lo avrebbe voluto giurista e docente di retorica, ma a vigilare sulla crescita e salute spirituale di Agostino fu proprio la madre Santa Monica, donna forte nel carattere e incrollabile nellla fede in Gesù che, dopo tante suppliche e lacrime, la esaudirà prima della morte avvenuta a Ostia nel 387, dopo aver visto il figlio convertito e a servizio della Chiesa.

 

Nelle ‘Confessioni’ si legge:

 

[Fin dalla mia più tenera infanzia, io avevo succhiato col latte di mia madre il nome del mio Salvatore, Tuo Figlio; lo conservai nei recessi del mio cuore; e tutti coloro che si sono presentati a me senza quel Nome Divino, sebbene potesse essere elegante, ben scritto, ed anche pieno di verità, non mi portarono via.]

 

Agostino dopo anni di intensi studi, insegnamento e spregiudicata vita mondana, attratto dal fascino della vita italiana, a 29 anni decise di raggiungere Roma eppoi Milano dove aprì una scuola di retorica. A Milano lo raggiunsero la madre e i fratelli.
Qui sarà Sant’Ambrogio vescovo a battezzare Agostino e dirottare il timone dei suoi desideri verso la Chiesa di Cristo.
Nel tornare in Patria, Agostino fece sosta a Ostia dove soffrì la morte della madre Monica.
Giunto in Africa, nel 391 fu ordinato sacerdote dal vescovo Valerio e nel 395 divenne Sant’Agostino vescovo di Ippona dove morì nel 430.

 

Nelle ‘Confessioni’ si legge:

 

[Tardi ti ho amato, Bellezza così antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Sì, perché tu eri dentro di me ed io fuori: lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle sembianze delle tue creature. Eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te; ti gustai ed ora ho fame e sete di te; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace.]

 

Le spoglie di Sant’Agostino sono custodite a Pavia nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. Prima di giungere a Pavia, le spoglie del Santo furono portate a Cagliari da scampati all’invasione africana dei Vandali in Ippona nel secolo quarto d. C.
Sarà poi il re longobardo Liutprando a voler trasportare le spoglie del vescovo Sant’Agostino nel santuario di Pavia.