CAPITOLO 19
Ove vengono esposti i primi cinque gradini della scala d’amore.
1. Dico subito che i gradini della scala d’amore, attraverso i quali l’anima sale
progressivamente verso Dio, sono dieci. Il primo fa sì che l’anima si ammali, ma a suo
vantaggio. Di questo grado d’amore parla la sposa quando dice: Io vi scongiuro, figlie
di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto che cosa gli racconterete? Che sono malata
d’amore! (Ct 5,8). Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio (Gv
11,4), in quanto l’anima, per amore di Dio, muore al peccato e a tutto ciò che non è Dio,
come afferma Davide: L’anima mia viene meno nell’attesa della tua salvezza (Sal
118,81). Come il malato perde l’appetito, non prova più gusto per i cibi e perde il suo
colorito naturale, così l’anima in questo grado d’amore perde il gusto e il desiderio di
tutte le cose; innamorata di Dio, non si lascia più prendere dalle allettanti abitudini della
vita passata. L’anima cade in questa infermità soltanto se dall’alto le viene comunicato
un fuoco d’amore, come ci fa capire Davide quando dice: Pluviam voluntariam
segregabis, Deus, haereditati tuae, et infirmata est, ecc.: Una pioggia generosa mettesti
a parte, o Dio, per la tua eredità; questa era indebolita, ma tu l’hai ristorata (Sal 67,10
Volg.). questa infermità e questo venir meno davanti a tutte le cose create è il punto di
partenza, il primo gradino per andare a Dio. L’ho già spiegato sopra quando ho parlato
dell’annientamento in cui si trova l’anima allorché comincia a salire questa scala di
purificazione quale si ha nella contemplazione; proprio allora l’anima non riesce a
trovare gusto, sostegno, conforto o appoggio in nessuna cosa. Così essa abbandona
subito il primo gradino per passare al secondo.
2. Pervenuta al secondo gradino l’anima non smette più di cercare Dio. La sposa dice
che, quando languiva nel primo grado d’amore, lo cercò di notte nel suo letto, ma non lo
trovò. Allora disse: Mi alzerò… per cercare l’Amato del mio cuore (Ct 3,2). L’anima fa
la stessa cosa incessantemente, come consiglia Davide con queste parole: Cercate
sempre il suo volto (Sal 104,4), e cercandolo in tutte le cose, non fermatevi su nessuna
finché non lo abbiate trovato. Così faceva la sposa, la quale, dopo aver chiesto alle
guardie notizie del suo Diletto, passò oltre e le lasciò (Ct 3,3-4). Maria Maddalena non
si fermò nemmeno davanti agli angeli del sepolcro (Gv 20,14). Arrivata al secondo
63grado, l’anima cerca sollecitamente l’Amato in tutte le cose; in ogni suo pensiero si
rivolge all’Amato; nelle sue parole, in tutte le circostanze che si presentano, parla e si
occupa sempre dell’Amato; sia che mangi, dorma o vegli, sia che faccia qualsiasi altra
cosa, tutta la sua attenzione è rivolta all’Amato, come ho già detto parlando delle ansie
d’amore. A questo punto l’anima va guarendo e ricuperando le forze nell’amore; si
prepara a salire prontamente verso il terzo gradino,grazie a qualche nuova purificazione
della notte oscura, come dirò più avanti. Questo gradino produce nell’anima gli effetti
che seguono.
3. Il terzo gradino della scala d’amore è quello che fa agire l’anima e le infonde ardore
perché non venga meno. Di esso Davide dice: Beato l’uomo che teme il Signore e trova
grande gioia nei suoi comandamenti (Sal 111,1). Se il timore, che è figlio dell’amore, le
infonde questa brama, che cosa non farà l’amore stesso? Trovandosi in questo grado,
ritiene piccole le grandi opere fatte per l’Amato, poche le molte azioni e breve il lungo
tempo che spende per servirlo, tanto ardente è quest’incendio d’amore. Anche
Giacobbe, dopo aver servito per sette anni, ritenne poca cosa servire per altri sette
ancora, tanto era il suo amore per Rachele (Gn 29,20). Se in Giacobbe l’amore per una
creatura poté tanto, che cosa non potrà l’amore per il Creatore quando si impadronisce
dell’anima in questo terzo grado? Per il grande amore che nutre per Dio, l’anima soffre
pene profonde vedendo il poco che fa per il suo Signore; se potesse immolarsi mille
volte per lui, ne sarebbe contenta. Per questo si ritiene inutile in tutto ciò che fa e le
sembra di vivere invano. Tutto questo produce in lei un altro effetto straordinario; è
persuasa di essere la più cattiva di tutte le creature, prima perché l’amore le va
insegnando quanto deve a Dio, poi perché, pur essendo molte le opere che in questo
grado compie per Dio, le ritiene tutte insufficienti e imperfette. Da tutte trae motivo di
confusione e di sofferenza, riconoscendo quanto sia indegno il suo modo di agire nei
confronti di un Signore così grande. In questo terzo grado sta lontana dalla vanagloria e
dalla presunzione, guardandosi bene dal condannare gli altri. Tali e molti altri ancora
sono gli effetti prodotti nell’anima da questo terzo grado, ragion per cui essa acquista
coraggio e vigore per salire fino al seguente quarto grado.
4. Il quarto gradino della scala d’amore è quello in cui, a motivo dell’Amato, sorge
nell’anima una capacità di soffrire che non la stanca affatto. Come dice sant’Agostino,
l’amore rende quasi insignificanti le cose grandi, difficili e pesanti. Trovandosi nel
quarto grado, la sposa, che desidererebbe essere già nell’ultimo, dice allo Sposo:
Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la
morte è l’amore, cioè l’atto e l’opera d’amore, tenace come gli inferi è la passione (Ct
8,6). Qui lo spirito ha tanta forza da tenere assoggettata la carne, e ne fa conto quanto
l’albero d’una sua foglia. L’anima non cerca assolutamente la sua consolazione o il suo
piacere, né in Dio né in altre cose; non desidera nulla né vuole chiedere grazie a Dio,
perché vede chiaramente di averne ricevute in abbondanza. Tutta la sua preoccupazione
è di far piacere a Dio e di servirlo quanto può, a qualunque costo, perché egli lo merita e
per tutto ciò che le è venuto da lui. Nell’intimo del suo cuore prega così: “O mio
Signore e mio Dio, sono tanti quelli che cercano in te conforto e piacere e desiderano
grazie e doni, ma quanto pochi sono quelli che, mettendo da parte ogni interesse, si
sforzano di piacere a te e di darti qualcosa che a loro costa! Il male, mio Dio, non sta nel
fatto che tu non vuoi accordarci nuove grazie, ma nel cattivo uso che ne facciamo, quasi
per obbligarti a concedercene continuamente!”. Questo grado d’amore è molto elevato.
L’anima è così infiammata che pensa sempre a Dio, desiderosa di soffrire per lui. Così il
64Signore molto spesso, anzi quasi abitualmente le concede gioia e l’assiste procurandole
delizie e sublimi dolcezze spirituali. L’immenso amore del Verbo incarnato non può
permettere che chi lo ama soffra senza ricevere conforto. Ciò è quanto afferma Geremia
con queste parole: MI ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al
tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto (Ger 2,2). Da un punto di
vista spirituale, il deserto rappresenta il distacco interiore dell’anima da tutte le creature,
tanto che essa non si può fermare o appagare in nulla. Questo quarto grado infiamma
talmente l’anima e accende tanto il desiderio di Dio da farla salire al seguente quinto
gradino.
5. Il quinto gradino della scala d’amore spinge l’anima a cercare e desiderare Dio
impazientemente. Il desiderio che ha la sposa di abbracciare l’Amato e unirsi a lui è così
ardente che ogni indugio, per quanto minimo, diventa lunghissimo, doloroso e
insopportabile. Crede di trovare a ogni passo l’Amato e, quando si vede delusa nel suo
desiderio, si strugge di dolore e prega con il salmista: L’anima mia languisce e brama
gli atri del Signore (Sal 83,3). In questo grado l’amante non ha altra possibilità : o
vedere l’Amato o morire. Tale amore spinse Rachele, desiderosa di avere figli, a dire a
Giacobbe: Dammi dei figli, se no io muoio! (Gn 30,1). Queste anime sono affamate al
punto tale che ringhiano come cani e si aggirano per la città (Sal 58,7). In questo grado
la fame dell’anima si nutre d’amore, perché la sazietà è commisurata alla fame. Da qui
può salire al sesto gradino, che produce gli effetti seguenti.