CAPITOLO 18


Ove si spiega come questa sapienza segreta sia anche scala.


1. Ci resta ora da vedere il secondo termine, cioè come questa sapienza segreta sia

anche scala. Al riguardo dobbiamo sapere che per molte ragioni possiamo chiamare

scala questa contemplazione segreta. Anzitutto perché, come mediante la scala si sale

fino a raggiungere la sommità d’una fortezza, per impossessarsi dei beni, dei tesori e di

tutte le ricchezze in essa nascoste, così attraverso questa contemplazione segreta, senza

sapere come, l’anima prende a salire fino alla conoscenza e al possesso dei beni e dei

tesori del cielo. Questo è quanto ci fa comprendere molto bene il profeta reale quando

dice: Beato l’uomo che trova in te la sua forza: ha disposto nel suo cuore le ascensioni,

dalla valle delle lacrime, nel luogo eletto. Siccome darà la benedizione il Legislatore,

andranno di virtù in virtù, e in Sion si rivelerà il Dio degli dei (Sal 83,6-8 Volg.); il

Signore è il tesoro della fortezza di Sion, egli è la beatitudine eterna.
 

2. In secondo luogo, possiamo chiamare scala questa contemplazione segreta perché,

come i gradini della scala servono a salire e a scendere, così anche questa segreta

contemplazione si serve di queste stesse comunicazioni per elevare l’anima a Dio e per

umiliarla in se stessa. Difatti le vere comunicazioni, quelle che provengono da Dio,

hanno la proprietà di elevare e nello stesso tempo di umiliare l’anima. In questo

cammino spirituale discendere è salire e salire è discendere, perché chi si umilia sarà

esaltato e chi si esalta sarà umiliato (Lc 14,11). Oltre al fatto che la virtù dell’umiltà è

una grandezza per l’anima che vi si esercita, di solito Dio la fa salire per questa scala

perché la discenda, e la fa scendere perché la risalga, affinché si compia ciò che dice il

Saggio: Prima della caduta il cuore dell’uomo si esalta, ma l’umiltà viene prima della

gloria (Pro 18,12).
 

3. Sposto ora il discorso sul piano naturale, perché quello spirituale non può essere

indagato. Se l’anima vorrà riflettere su questo cammino, vedrà bene a quanti alti e bassi

va soggetta e che, dopo il godimento di un periodo di prosperità, subentra subito quello

della tempesta o della prova; vedrà, altresì, che le è stata concessa la bonaccia per

prepararla e rafforzarla in vista delle tribolazioni successive; in breve, l’anima deve

convincersi che alla miseria e alla tormenta fa seguito l’abbondanza e la pace: per

questo motivo deve passare la vigilia nella prova, se vuole godere le gioie della festa.

Questa è la norma ordinaria dello stato di contemplazione fino a quando l’anima non

raggiunge lo stato di quiete; per dirla in una parola, l’anima non è mai nello stesso stato,

non fa altro che salire e scendere.
 

4. Il motivo di questa norma sta nel fatto che lo stato di perfezione esige il perfetto

amore di Dio e il disprezzo di sé, il che non può verificarsi senza conoscere Dio e se

stessi. Perciò l’anima deve necessariamente esercitarsi prima in una, poi nell’altra

conoscenza. Dapprima Dio le fa gustare il suo amore e la esalta, poi le consente di

conoscere se stessa e la umilia, finché, acquistate le abitudini perfette, l’anima smette di

salire e di scendere. Arrivata alla sommità di questa scala mistica, l’anima si unisce a

Dio, a lui si aggrappa e in lui trova il suo riposo. Questa scala di contemplazione che,

come ho detto, discende da Dio, è raffigurata dalla scala che Giacobbe vide in sogno e

per la quale salivano e scendevano gli angeli da Dio verso l’uomo e dall’uomo verso

Dio, che stava all’estremità di detta scala (Gn 28,12). La Scrittura dice che questo sogno

avvenne di notte, mentre Giacobbe dormiva, per farci comprendere quanto segreta e

diversa da ciò che l’uomo può immaginare sia questa via o ascesa che conduce a Dio.

Prova ne è il fatto che ordinariamente si ritiene la peggiore delle sfortune ciò che è di

grande profitto per l’uomo, come perdere o annientare se stesso; al contrario, si ritiene

62buona fortuna ciò che vale di meno, come le gioie e le consolazioni, ove generalmente

ci si perde anziché guadagnare.
 

5. Ma ora voglio parlare un po’ dettagliatamente di questa scala mistica della

contemplazione segreta. Il motivo principale per cui tale contemplazione viene qui

chiamata scala sta nel fatto che essa è scienza d’amore, cioè conoscenza piena d’amore,

infusa da Dio, che nello stesso tempo illumina e fa innamorare l’anima, fino a elevarla

di gradino in gradino a Dio, suo creatore, dal momento che solo l’amore unisce

definitivamente l’anima a Dio. Per maggior chiarezza indicherò qui i gradini di questa

scala divina, accennando brevemente ai segni e agli effetti d’ognuno di essi, in modo

che l’anima possa conoscere a quale grado è pervenuta. Li distinguerò in base ai loro

effetti, come fanno san Bernardo e san Tommaso, perché non ci è possibile conoscerli in

se stessi attraverso i mezzi naturali. Questa scala d’amore, come ho detto, è talmente

segreta che solo Dio può conoscere il peso e la misura di questo amore.