CAPITOLO 15
 

Ove si spiegano gli altri versi della strofa:

Oh, sorte fortunata!,

uscii, né fui notata,

stando la mia casa al sonno abbandonata.
 

1. L’anima ricorre a una metafora per indicare la triste situazione di schiavitù in cui essa giace; così

reputa sorte fortunata quella di chi riesce a liberarsene senza che nessuno dei carcerieri glielo

impedisca. Difatti, dopo il peccato originale, l’anima è veramente come prigioniera in questo corpo

mortale, soggetta alla passione e agli appetiti naturali. Essa considera sorte fortunata l’essersi

liberata dal loro dominio senza esser veduta, cioè senza che passione o appetito alcuno glielo abbia

impedito o l’abbia trattenuta.
 

2. A questo scopo le è giovato entrare nella notte oscura, cioè privarsi di tutti i gusti e mortificare

tutti i suoi appetiti, come ho detto. Quando aggiunge: stando la mia casa al sonno abbandonata,

vuol dire che la casa, cioè la parte sensitiva, sede di tutte le passioni, è tutta addormentata, perché le

ha vinte e tenute a freno. Ma fino a quando le passioni non sono assopite per mezzo della

mortificazione della sensibilità, e la stessa sensibilità non è lasciata in pace da quelle, in modo da

non fare alcuna guerra allo spirito, l’anima non può giungere alla vera libertà né godere l’unione

con il suo Amato.