CAPITOLO 25

Ove si parla delle rivelazioni. Si dice cosa siano e se ne offre una distinzione.

 

1. Seguendo l’ordine prefisso, devo ora trattare del secondo genere di conoscenze spirituali, che ho

chiamato rivelazioni. Esse appartengono, precisamente, allo spirito di profezia. A proposito di

questo argomento, prima d’ogni cosa è opportuno sapere che la rivelazione non è altro che la

manifestazione di qualche verità nascosta o di qualche segreto o mistero. Così, ad esempio, Dio fa

comprendere all’anima una cosa spiegandone all’intelletto la verità, o le svela qualcosa che egli ha

fatto, fa o pensa di fare.
 

2. In base a questo, si può dire che vi sono due specie di rivelazioni. Le prime consistono nella

manifestazione di alcune verità all’intelletto; vengono chiamate propriamente conoscenze

intellettuali o intelligenze. Le altre consistono nella manifestazione di segreti e, più propriamente

delle prime, vengono chiamate rivelazioni. Le prime, infatti, non possono essere chiamate, a rigor di

termini, rivelazioni, perché consistono nella conoscenza di verità pure e nude, che Dio concede

all’anima su cose non solo temporali ma anche spirituali, in modo chiaro ed esplicito. Voglio

parlarne sotto il nome di rivelazioni, primo, perché sono molto vicine e collegate con esse, e,

secondo, per non moltiplicare troppo le divisioni.
 

3. Ciò detto, ora si può benissimo dividere le rivelazioni in due specie di conoscenze: le prime le

chiamerò conoscenze intellettuali, le altre manifestazioni di segreti e misteri nascosti di Dio. Ne

parlerò il più brevemente possibile nei due capitoli seguenti, cominciando subito dalle prime.