CAPITOLO 1
 

Ove si comincia a parlare delle imperfezioni dei principianti.


1. L’anima comincia a entrare in questa notte oscura quando Dio la fa uscire dallo stato

dei principianti, cioè di coloro che si servono ancora della meditazione nel cammino

spirituale, e la trasferisce gradatamente in quello dei proficienti, cioè quella dei

contemplativi. Superato questo stadio, la conduce allo stato dei perfetti, che è quello

dell’unione con Dio. Al fine di chiarire e meglio comprendere che notte sia quella che

l’anima deve attraversare e per quale motivo il Signore ve la ponga, è opportuno prima

d’ogni cosa accennare ad alcune imperfezioni dei principianti. Lo farò molto

rapidamente, ma non per questo ciò sarà inutile agli stessi principianti. Difatti, anche in

questo modo, essi potranno comprendere lo stato di vita in cui giacciono, per poi

sentirsi spinti a desiderare che Dio li faccia entrare in questa notte, dove l’anima si

fortifica attraverso l’esercizio delle virtù e gusta le inestimabili delizie dell’amore di

Dio. Se mi dilungherò un po’, non sarà più di quanto basti per poter trattare subito dopo

della notte oscura.
 

2. Occorre quindi sapere che quando l’anima si decide a servire solo Dio, abitualmente

viene da lui nutrita nello spirito e diventa l’oggetto delle sue compiacenze, come fa una

madre amorosa verso il suo tenero bambino: lo scalda con il calore del suo seno, lo

nutre con latte gustoso e con cibi delicati e dolci, lo porta in braccio e lo copre di

carezze. Ma a mano a mano che cresce, la madre diminuisce le carezze, gli nasconde il

suo amore tenero, lo distacca dal suo dolce seno, sul quale pone aloe amaro; facendo poi

discendere il bambino dalle braccia, lo fa camminare sulle sue gambe, perché superi le

limitazioni proprie dell’infanzia e acquisti le caratteristiche dell’uomo adulto. La grazia

di Dio, come madre amorosa, si comporta allo stesso modo con l’anima dal momento in

cui la rigenera con l’ardente desiderio di servire il Signore. Le fa trovare, senza alcuna

fatica, la dolcezza e il sapore del latte spirituale in tutte le cose di Dio e gustare una

gioia grande negli esercizi spirituali; in breve, il Signore le porge il suo petto amoroso

come a un bambino piccolo (cfr. 1Pt 2,2-3).
 

3. Così l’anima prova grande gioia nel trascorrere lunghi periodi e addirittura notti

intere in orazione; ha piacere di darsi alle penitenze, è contenta di digiunare, si consola

nel frequentare i sacramenti e occuparsi delle cose divine. Ma nonostante si dedichi a

queste pratiche con impegno e assiduamente, ne approfitti e se ne serva con la più

grande cura, tuttavia, da un punto di vista spirituale, abitualmente si comporta con molta

fiacchezza e imperfezione. Difatti è spinta a queste pratiche ed esercizi spirituali dalla

consolazione e dal gusto che vi prova e, non essendo ancora temprata dagli esercizi di

una dura lotta per acquistare la virtù, commette molte mancanze e imperfezioni in

queste pie pratiche. In realtà, ogni anima agisce secondo il grado di perfezione che

possiede. Ma poiché non ha avuto modo di acquisire delle abitudini forti,

necessariamente si comporterà con la debolezza di un esile bambino. Bisogna esporre

con più chiarezza questa verità e mostrare come siano imperfetti nella virtù i

principianti che agiscono con la facilità e il gusto sopra descritti. A tale scopo parlerò

dei sette vizi capitali, enumerando alcune delle molte imperfezioni che i principianti

commettono in ciascuno di essi. In questo modo si potrà chiaramente constatare quanto

si comportino da bambini. Si potranno, altresì, notare i vantaggi che apporta la notte

oscura, di cui parlerò tra poco, perché libera e purifica l’anima da tutte queste

imperfezioni.