CAPITOLO 4
Ove si parla di altre imperfezioni in cui abitualmente cadono i principianti relativamente alla lussuria, terzo vizio capitale.
71. Oltre alle imperfezioni causate da ciascun vizio capitale, di cui sto parlando, molti
principianti cadono in parecchie altre. Per il momento non parlo di queste ultime per
evitare lungaggini; preferisco, invece, trattare solo di alcune delle principali, che sono
come l’origine e la causa delle altre. Qui tratto del vizio della lussuria, ma mio unico
intento non è quello di parlare dei peccati relativi a questo vizio capitale, nei quali
cadono le persone spirituali, bensì di occuparmi delle imperfezioni da purificare nella
notte oscura. Ora, sono molte le imperfezioni dei principianti su questo punto: si
potrebbero chiamare lussuria spirituale, non perché lo siano in realtà, ma perché
derivano da cose spirituali. Molte volte, infatti, accade che durante gli stessi esercizi di
pietà insorgano, anche se non si vogliono, moti di sensualità e atti disordinati. A volte
ciò si verifica persino quando lo spirito è immerso in una profonda orazione o si sta
celebrando il sacramento della penitenza o dell’eucaristia. Queste sensazioni, come ho
detto, non dipendono da noi; derivano da una delle tre cause seguenti.
2. La prima è il piacere che spesso la natura prova nelle cose spirituali. Difatti, come lo
spirito e il senso provano piacere in tali cose, così ciascuna delle due parti dell’uomo si
porta verso la soddisfazione secondo la propria natura e le proprie caratteristiche. Lo
spirito, o parte superiore dell’uomo, si porta a godere Dio e a gustarlo, mentre la
sensualità, o parte inferiore, ricerca il piacere e la soddisfazione dei sensi, perché non è
capace di possedere o gustare altri piaceri: si attacca al piacere che le è più adeguato,
cioè quello disordinato dei sensi. Accade così che l’anima, pur essendo tutta immersa
con lo spirito in una profonda orazione alla presenza di Dio, nei sensi provi
passivamente agitazioni, fermenti e atti sensuali, non senza grande ripugnanza da parte
sua. Ciò accade spesso durante la comunione: poiché l’anima prova gioia e
soddisfazione a compiere quest’atto d’amore, perché il Signore le concede questo dono
proprio a questo scopo, anche la sensualità vuole la sua parte, come ho detto, però a
modo suo. Poiché le due parti, in fondo, costituiscono un unico soggetto,
ordinariamente ciascuna di esse partecipa in modo proprio a ciò che l’altra riceve. Dice
infatti il Filosofo a tale proposito: Tutto ciò che si riceve, viene ricevuto secondo il
modo di colui che riceve. Così, agli inizi e anche quando l’anima è già avanzata,
essendo imperfetta la sensualità, molto spesso riceve lo spirito di Dio secondo il grado
d’imperfezione in cui si trova. Al contrario, quando la parte sensitiva ha subito la
purificazione della notte oscura, di cui parlerò dopo, non ha più queste debolezze; non è
più essa, infatti, a ricevere lo spirito divino, ma piuttosto è ricevuta nello spirito divino;
così tutto ciò che possiede, lo possiede secondo le modalità di questo spirito divino.
3. La seconda causa, da cui provengono a volte queste agitazioni, è il demonio. Costui
cerca d’importunare e turbare l’anima che è in preghiera o vi si prepara; suscita nella
natura questi movimenti disordinati e reca all’anima, che vi presta attenzione, un grande
danno. Difatti non solo per la paura che le insinua la rende svogliata nell’orazione, che è
quanto egli vuole, dovendo l’anima lottare contro simili suggestioni, ma spinge alcune
persone ad abbandonare completamente la preghiera. Tali anime credono che simili
agitazioni si verifichino proprio durante la preghiera e non in altri momenti. Ciò è vero,
perché il demonio le suscita più in questi momenti che in altri, proprio perché
abbandonino questo pio esercizio. Ma non è tutto. Arriva persino a presentare loro
molto vivamente immagini brutte e turpi, collegandole a volte con l’immagine di un
oggetto spirituale o di persone che fanno loro del bene, per spaventarle e confonderle.
Così le persone che cadono in questa tentazione non osano più guardare o pensare a
nulla, perché subito s’imbattono nella difficoltà di cui sopra. Tutto ciò si verifica in
8modo particolare e frequentemente nelle persone malinconiche con una veemenza tale
che esse suscitano compassione. La loro vita è triste; la sofferenza è tale quando
soffrono di quest’umore che sono convinte di avere il demonio in corpo e di non essere
capaci di liberarsene; ciò nonostante, alcune di esse riusciranno a respingerlo se si
faranno coraggio. Quando queste prove capitano a tali persone a motivo della loro
malinconia, esse di solito non se ne liberano finché non guariscono da quest’umore,
inoltrandosi nella notte oscura che a poco a poco le purifica di tutti questi mali.
4. La terza causa, da cui solitamente procedono e muovono guerra questi moti
disordinati, è in generale la paura di provare ancora queste sensazioni e rappresentazioni
turpi. Difatti questa paura, che improvvisamente si desta nelle persone a motivo di ciò
che vedono, dicono o pensano, fa sì che esse abbiano quelle sensazioni senza alcuna
loro colpa.
5. Ci sono, poi, delle anime dal temperamento così sensibile e delicato che, appena
provano qualche gusto di devozione o di preghiera, si vedono pure immediatamente
invase dallo spirito di lussuria. La sensualità le stordisce e le inebria a tal punto che
sono come sommerse nelle attrazioni e nei piaceri di questo vizio. Entrambe queste
sensazioni perdurano contemporaneamente e in modo passivo; a volte si constata anche
che si sono verificati dei gesti grossolani e sconsiderati. Questo perché, come ho detto,
hanno un temperamento sensibile e delicato; quindi alla minima emozione si agitano gli
umori e il sangue, e provocano tali sconvolgimenti. Del resto, la stessa cosa accade loro
quando si accendono d’ira o hanno qualche turbamento o qualche pena.
6. A volte queste persone spirituali, quando parlano di argomenti di devozione o
compiono esercizi di pietà, si lasciano andare a una certa superbia e petulanza al
pensiero dei presenti, con i quali si comportano con una sorta di vana compiacenza.
Anche questo sentimento è frutto di lussuria spirituale, come la intendo qui, e di solito
la volontà vi acconsente.
7. Alcune di queste persone nutrono per altre dell’affetto, facendolo passare per un fatto
spirituale, ma molto spesso queste amicizie sono morbose e per niente spirituali. Si
appura che è così quando il ricordo di quell’affetto, anziché riportare a Dio e accrescere
l’amore per lui, produce solo rimorsi di coscienza. Difatti, se l’amicizia è puramente
spirituale, crescendo essa, fa crescere anche l’amore per Dio; anzi, quanto più l’anima si
ricorda di tale amicizia, tanto più si ricorda di quella con Dio e si porta ardentemente
verso di lui. Crescendo nell’una, cresce anche nell’altra, perché lo spirito di Dio ha la
proprietà di accrescere un bene con un altro bene a motivo della somiglianza e
dell’affinità che esiste fra loro. Se, invece, quell’affetto umano nasce dal suddetto vizio
della sensualità, produce effetti contrari: quanto più esso cresce, tanto più diminuisce
l’amore per Dio insieme al ricordo di lui. Difatti, se cresce l’amore sensuale,
immediatamente si vede l’anima raffreddarsi nell’amore per Dio, dimenticarsi di lui al
ricordo dell’altro e provare rimorsi di coscienza. Al contrario, quando l’amore di Dio
cresce in un’anima, questa si raffredda nell’amore sensuale e lo dimentica, perché sono
due amori contrari: non solo l’uno non aiuta l’altro, ma quello che predomina spegne e
soffoca l’altro rafforzando se stesso, come insegnano i filosofi. Per questo il Signore nel
vangelo afferma che quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito
è spirito (Gv 3,6), cioè l’amore che nasce dalla sensualità termina nella sensualità,
mentre quello che è dallo spirito termine nello spirito di Dio e lo fa crescere in noi. Tra i
9due amori vi è questa differenza che ci permette di riconoscerli.
8. Quando l’anima entra nella notte oscura, tiene sotto il controllo della ragione questi
due amori. A questo punto, però, purifica e rafforza l’amore che è secondo Dio, mentre
abbandona e sopprime l’altro. Ma all’inizio fa in modo che entrambi si perdano di vista,
come dirò in seguito.