CAPITOLO 25
Ove viene spiegata brevemente la terza strofa.
Terza strofa
Nella gioiosa notte,
in segreto, senza esser veduta,
senza veder cosa,
né altra luce o guida avea
fuor quella che in cuor mi ardea.
Spiegazione
741. L’anima, mentre continua la metafora e il parallelo tra la notte naturale e quella
spirituale, ne enumera ed esalta le eccellenti proprietà. È con il favore della notte di
contemplazione che essa le ha scoperte e se n’è impossessata per raggiungere, in breve
tempo e con sicurezza, lo scopo desiderato. Enumera tre di queste proprietà.
2. La prima, dice l’anima, consiste nel fatto che in questa notte fortunata Dio la conduce
per un cammino di contemplazione così solitario e segreto, così lontano ed estraneo ai
sensi, che nulla di quello che le appartiene né creatura alcuna sono in grado
d’influenzarla al punto di ostacolarla o frenarla nella via dell’unione d’amore.
3. La seconda proprietà è data dalle tenebre spirituali di questa notte, per cui tutte le
potenze della parte superiore dell’anima sono al buio. Perciò l’anima non vede né può
vedere nulla, né si ferma in nulla che non sia Dio, ma va diritto a lui. Ormai è libera da
tutti gli ostacoli, forme, figure o conoscenze naturali che abitualmente le impediscono
l’unione con l’essere eterno di Dio.
4. La terza è questa: l’anima non è più attaccata a qualche particolare luce interiore
dell’intelletto né ad alcuna guida esterna per riceverne qualche conforto lungo questo
arduo cammino; al contrario, in queste dense tenebre è privata di tutto questo. Solo
l’amore, che arde in lei lungo tutto questo tempo, la spinge a offrire il suo cuore
all’Amato, la muove, la guida e le consente di spiccare il volo verso il suo Dio
attraverso il cammino della solitudine, senza sapere come ciò avvenga. Si commenta il
verso: Nella gioiosa notte.